ORO E ARGENTO IN ABRUZZO
Nel Rinascimento l’arte orafa toccò in Abruzzo vertici sommi, con la figura straordinaria di Nicola da Guardiagrele e le importanti botteghe di Sulmona e dell’Aquila. La fioritura più diffusa è stata però quella dei gioielli e monili popolari, che ha prodotto tipologie di straordinaria ricchezza, originalità e bellezza, in una simbolica gara fra le botteghe di Pescocostanzo, Guardiagrele, Orsogna, Scanno, Sulmona, L’Aquila, Casoli. Fra le lavorazioni più tipiche la filigrana, utilizzata per spille, orecchini, medaglioni, pendenti; ma anche la lamina sbalzata a tutto tondo, per realizzare i vaghi (chicchi) di impor tanti collane, girocollo e le “manine”: fedine tipiche delle zone interne abruzzesi che sono soliti regalarsi i promessi sposi.. Fra i gioielli più rappresentativi le orgogliose Sciacquajje, grandi orecchini a mezzaluna finemente cesellati e arricchiti di pendenti; la Presentosa, il grande ma aereo medaglione simbolo d’amore, in filigrana e lamina sbalzata, coi cuori intrecciati; la cannatora, collana a girocollo coi vaghi realizzati in filigrana o in lamina a sbalzo a tutto tondo. L’arte orafa rappresenta oggi la forma d’artigianato artistico più florida e diffusa in regione, con produzioni eccellenti a Pescocostanzo, Scanno, Guardiagrele, Orsogna, Castel di Sangro, L’Aquila, Sulmona, Pescara, Francavilla.